mercoledì 30 dicembre 2015

PESTICIDI





FERTILIZZANTI E PESTICIDI


Gli alimenti biologici rappresentano un segmento in rapida crescita in Europa. Rientrano nella definizione i prodotti ottenuti con sistemi di coltivazione che evitano l’impiego di fertilizzanti, pesticidi, regolatori della crescita di origine sintetica e additivi al mangime per il bestiame. (MONSANTO)
I sistemi agricoli si basano invece sulla rotazione dei raccolti, sui concimi di origine animale e vegetale, sulla mondatura manuale e sul controllo biologico dei parassiti. "Organic" è il termine utilizzato nei paesi di lingua inglese, mentre in altri mercati le definizioni più correnti sono "Biologico" o "Ecologico".
Nonostante la dicitura “BIO” intesa dai non addetti ai lavori si intende immune da qualsiasi contaminazione da pesticidi o fertilizzanti industriali, i prodotti biologici che troviamo sulle nostre tavole possono contenere “piccole” quantità di sostanze fertilizzanti e pesticidi.
Bisogna rifiutare questo compromesso categoricamente in quanto le percentuali di fitofarmaci e pesticidi negli alimenti sono ben presenti anche se non vengono più irrorati ma, il terreno e le falde acquifere sono ancora impregnati dai precedenti trattamenti di anni di prodotti velenosi per l'organismo umano.
I principi fondamentali adottati nella produzione di alimenti biologici comprendono:
  • un impiego minimo di sostanze quali fertilizzanti e pesticidi; (da rifiutare)
  • l’uso di alcuni pesticidi "naturali" (quelli sintetici non sono permessi);
  • la definizione di standard per i prodotti ammissibili, soggetti a restrizioni o vietati;
  • la tolleranza di un livello ridotto di alcuni residui di pesticidi sintetici nei prodotti biologici (residui risultanti dal "trasferimento" dei suddetti pesticidi da altri campi o dal suolo in cui siano state usati in precedenza). 
Normalmente la percentuale di campioni irregolari si attesta sullo 0,7% (era 0,6% del 2012). Rispetto al 2012 la percentuale di campioni regolari e privi di alcun residuo di pesticida è scesa dal 64% al 58%, un ribasso che è legato al corrispondente incremento, fino al 42%, della percentuale di campioni regolari ma contenenti almeno un residuo. In definitiva, quasi un campione analizzato su due contiene uno o più residui di pesticidi, compresi casi di veri e propri cocktail di sostanze attive rilevate in uno stesso campione. Valori troppo alti per una definizione bio.

Nel dettaglio, il 18,8% dei campioni presenta un solo residuo di pesticida, mentre il 22,4% dei campioni analizzati (rispetto al 17,15% del 2012), rientra nella categoria del multiresiduo. In quest’ultima è la frutta a mostrare le concentrazioni più rilevanti: sul totale dei campioni analizzati per questa matrice alimentare, circa il 43,3% contiene due o più residui chimici.

I prodotti possono essere contaminati anche solo con l'irrigazione e dall'ambiente circostante pensiamo, ai termovalorizzatori che inquinano aria e terreni ad una distanza anche di dieci km dalla loro ubicazione. Ormai siamo consapevoli che molte falde acquifere sono irrimediabilmente contaminate.

L’esposizione a sostanze chimiche utilizzate in agricoltura e presenti nell’ambiente attraverso il cibo è oggetto di grande preoccupazione nell’opinione pubblica e, grazie allo sviluppo di metodi di rilevamento sensibili, è possibile individuare in molti alimenti anche semplici tracce di sostanze chimiche potenzialmente nocive. Fortunatamente, i livelli di esposizione dell’uomo a tali sostanze sono, in linea generale, molto inferiori alla dose giornaliera ammissibile e ai limiti normativi stabiliti dalle commissioni internazionali.
Ciononostante, vi sono ancora casi di uso improprio delle sostanze chimiche in agricoltura e le analisi effettuate sui cibi evidenziano talvolta residui di composti antiparassitari che non avrebbero dovuto essere impiegati. Sono quindi fondamentali una sorveglianza e un monitoraggio costante dell’uso dei pesticidi.
Conoscendo la razza umana non c'è da fidarsi con la dicitura di sorveglianza e monitoraggio costante.........da parte di chi? E se alcuni prodotti ma si presume una enorme quantità superano i limiti, chi ci avverte?


Tuttavia, sappiamo che la maggior parte delle sostanze chimiche utilizzate come pesticidi è tossica e i principali argomenti a sfavore sono il fattore di rischio per la salute e il pericolo di inquinamento ambientale. Queste preoccupazioni, che riguardano anche i potenziali effetti cronici, sono alla base di tutte le normative di regolamentazione dell’uso dei pesticidi, della definizione di standard di sicurezza e del monitoraggio dei residui negli alimenti.


A decorrere dal 26 novembre 2015, il certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari costituisce requisito obbligatorio per chiunque intenda acquistare e/o utilizzare i prodotti fitosanitari destinati a utilizzatori professionali.
A decorrere dal 26 novembre 2015, il certificato di abilitazione alla vendita dei prodotti fitosanitari costituisce un requisito obbligatorio per la distribuzione sul mercato (all’ingrosso o al dettaglio) di tutti i prodotti fitosanitari destinati ad utilizzatori professionali. Per i prodotti fitosanitari destinati ad utilizzatori non professionali il venditore è tenuto a fornire informazioni sui rischi per la salute umana e per l’ambiente connessi al loro uso.

La formazione e la relativa valutazione ai fini del rilascio del certificato di abilitazione alla vendita valgono anche come formazione e la relativa valutazione per il rilascio del certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari.
Le norme per l'uso irresponsabile dovrebbero essere ancora più restrittive, non concedere nessuna sorta di deroga.

Detto ciò dovremmo consumare tranquillamente i prodotti ma, per costringere ad un cambiamento del metodo di coltivazione, cerchiamo dove è possibile di acquistare prodotti veramente biologici recandoci dai produttori vicini a km0, avremo prodotti meno belli meno appariscenti ma sicuramente più sani.
Così facendo caleranno i consumi di prodotti coltivati in maniera tradizionale, richiamando l'attenzione delle società internazionali a modificare il metodo di coltivazione.
Educhiamo i consumatori ad esigere prodotti sani, di stagione e possibilmente a coltivazione locale.
PESTICIDI
Dopo aver completato una rigorosa analisi di tutti gli studi scientifici e considerando tutti i commenti pubblici, l'EPA sta registrando l'erbicida Enlist Duo per controllare le erbacce per mais e soia geneticamente modificati.
Questo prodotto fornirà un nuovo strumento per aiutare gli agricoltori a gestire le erbacce che sono diventati resistenti agli erbicidi.
Il pesticida sarà utilizzato per controllare le erbe infestanti nel mais e soia geneticamente modificati (GE) di tollerare 2,4-D e glifosato. La decisione dell'Agenzia è che protettivo per tutti. Quando viene utilizzato secondo le indicazioni dell'etichetta, Enlist Duo è sicuro per tutti,compresi i feti in  via di sviluppo , i neonati i bambini, gli anziani e contadini.

Cosa succede nelle coltivazioni confinanti di ortaggi, frutta e verdura?
No! non possiamo fidarci.